Riaprono i teatri e ritorna anche Tanta Merda. Ma con una sigla nuova, per cui non ringrazieremo mai abbastanza Skùmaskot, e una formula completamente cambiata: non più una panoramica sugli spettacoli in scena a Milano, ma un podcast a più voci che analizza un solo spettacolo, a partire dal testo, accompagnato dai soliti Ippolita Aprile e Davide Verazzani che legano fra loro le suggestioni che emergono.
Si comincia con Robert e Patti, che avrebbe dovuto debuttare un anno fa al Teatro dell’Elfo per la regia di Francesco Frongia, ma il cui spettacolo è stato poi bloccato dalla pandemia. A presentarlo è chi lo ha scritto, Emanuele Aldrovandi, ma quasi subito i temi che scaturiscono si ampliano.
Robert e Patti sono infatti Robert Mapplethorpe e Patti Smith, e viene naturale curiosare sulla New York di inizio anni ’70, grazie al giornalista Davide Piacenza, e volerne sapere di più sulle fantastiche pulsioni musicali che animavano la Grande Mela in quel periodo, aiutati in questo dal critico rock Massimo Cotto. Magari ascoltando il seminale Milk me degli Heartbreakers. Ma il testo, di cui ascoltiamo anche brevi accenni da parte dei due interpreti Ida Marinelli e Angelo Di Genio, ci parla anche di identità sessuale e relazioni d’amore, di sosia e di piani temporali che si sfasano perchè i Robert e Patti che si vedono in scena non sono proprio quei Robert e Patti là, o forse sì; e per mettere ordine a questo guazzabuglio è prezioso l’intervento della psicologa Giulia Capra, così come l’ascolto di una Because the night rifatta (visto che si parla di sosia) dai 10.000 Maniacs e la lettura, da parte della fondatrice del Menu della Poesia, l’attrice Valeria Perdonò, di un brano di “Just Kids”, l’autobiografia di Patti Smith.
Ma ecco che ritorna Aldrovandi, e sembra sparigliare le carte portando altri temi. Forse è proprio vero: un testo è uno scrigno, dentro cui si possono trovare mille tesori preziosi. E allora, ecco una poesia finale letta da Valeria Perdonò: Preghiera, di Patti Smith. Dove la multiformità prende corpo, nella ricerca spasmodica dell’amore.