Caro Ministro Salvini, come molti italiani l’ho ascoltata raccontare al paese le sue idee. So che molti l’hanno contestata ma io, diversamente da tanti altri le esprimo la mia solidarietà caucasica. Perché, forse non lo sa, ma io vivo a NoLo, che è un quartiere popolare di Milano un po’ complicato. Siccome so che non lo conosce, provo a raccontarle come funziona la vita qui.
Allora, per cominciare, nel mio quartiere ci sono i negri.
Nel mio quartiere ci sono negri e ci sono anche i peruviani.
Nel mio quartiere ci sono i negri, i peruviani e i marocchini
Nel mio quartiere ci sono tutti gli extracomunitari di tutte le nazioni che le vengono in mente, compresi un paio di Città del Vaticano. Mancano solo gli svizzeri, ma sono certo che quelli lei li conosce. Almeno quelli di Lugano. Almeno quelli che lavorano in banca.
Nel mio quartiere ci sono i ricchioni, i froci, le froce, le checche, i finocchi e persino anche qualche omosessuale
Nel mio quartiere ci sono i terroni che sono arrivati prima dei marocchini, che sono arrivati prima dei peruviani, che sono arrivati prima dei negri, che sono arrivati prima dei ricchioni, che sono arrivati prima di tutti, perché sono negri, peruviani, marocchini e anche terroni.
Nel mio quartiere c’è il parco Trotter dove i figli dei negri, dei marocchini e dei peruviani vanno a scuola con i figli dei ricchioni, di qualunque sesso, razza, religione e colore della pelle.
Nel mio quartiere ci sono ebrei che mandano i figli a scuola con i figli degli arabi che mandano i figli a scuola con i figli degli indiani che mandano i figli a scuola con i figli dei pakistani che regalano le rose alle maestre
Nel mio quartiere i cinesi parlano italiano.
Nel mio quartiere i bambini filippini parlano italiano con quelli siriani per non farsi capire dai genitori.
Nel mio quartiere gli italiani insegnano l’italiano ai genitori stranieri che vogliono capire di cosa parlano i figli.
Nel mio quartiere si rispetta il ramadan ma alle 9 di sera si mischiano gli spaghetti con il cuscus.
Nel mio quartiere c’è chi mangia il prosciutto anche se Maometto non è d’accordo.
Nel mio quartiere c’è chi mangia il prosciutto anche se Geova non è d’accordo.
Nel mio quartiere c’è chi mangia il prosciutto anche se i vegani non sono d’accordo.
Nel mio quartiere ci sono gli spacciatori che in effetti sono per lo più negri e ci sono i loro clienti che sono spesso bianchi, perché la costituzione parla chiaro e nel mio quartiere nessuno deve essere discriminato.
Nel mio quartiere ci sono 5 ristoranti cinesi, un finto giapponese gestito dai cinesi, i kebabbari, un ristorante filippino, un ristorante egiziano, uno brasiliano, uno indiano, tre pugliesi e persino un friulano che a pranzo si spende pochissimo.
Ne mio quartiere ci sono i trans di ogni razza religione e colore della pelle, ma tutti rigorosamente sudamericani che la domenica pomeriggio giocano a pallavolo al parco della scuola e bevono e mangiano e poi, quando finiscono puliscono che neanche in un ospedale in svizzera, se no i genitori marocchini, filippini, indiani, pachistani e ricchioni gli tirano il culo a capanna.
Nel mio quartiere ci sono bambini nati in Italia che non potranno giocare in nazionale perché sono figli di egiziani, di marocchini, di nigeriani, di russi e di peruviani. In compenso l’italia degli italiani non giocherà i mondiali e le squadre dei loro padri, invece, sì.
E le dico anche un’altra cosa, Ministro Salvini, nel mio quartiere c’è rispetto anche per le minoranze…i lombardi, gli astemi, gli operai e gli etero. Se proprio vuole un gesto eclatante contro gli extracomunitari, ci mettiamo tutti a Ponte Chiasso e impediamo agli svizzeri di riportarle i soldi che avete depositato a casa loro…poi se le fa piacere veniamo tutti volentieri ad aiutarla a casa sua.
Carlo Turati
(Il prossimo Mica Social di Carlo Turati in onda nel GiorNoLo Radio del venerdì delle 12.30)